Il nostro organismo è una macchina perfetta in grado di mantenere pressoché costate, in media sui 37°C, la sua temperatura interna indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne. Si chiama termoregolazione ed è un meccanismo che s’innesca come reazione necessaria a ripristinare lo stato di comfort zone ogni qual volta il nostro corpo lo sente alterato.
Se d’estate, quando le temperature superano di ben oltre i 22°C, il corpo umano attiva il fenomeno della sudorazione (evaporazione di acqua contenente sali - il sudore - dalla pelle attraverso le ghiandole sudoripare) mentre d’inverno, quando scendono sotto i 18°C fino allo 0 e oltre, produce calore (termoregolazione da freddo) irrorando gli organi interni a discapito delle estremità e della cute, e consumando una certa quantità di energia prodotta in primis tramite una serie di riflessi incondizionati delle contrazioni muscolari, i cosiddetti brividi, una motivazione deve pur esserci.
Il sudare o l’avere i brividi rappresentano infatti i processi biologici più evidenti del funzionamento della termoregolazione nell’organismo: nel primo caso, quando fa piuttosto caldo, il nostro corpo suda (rilascia calore) per raffreddarsi e abbassare la temperatura ripristinando quella stabile di comfort; nel secondo, quando il clima esterno è molto rigido, l’organismo per non raffreddarsi ossia mantenere la temperatura corporea nel range fisiologico desiderato, inizia a produrre calore.
È chiaro quindi che quello della temperatura corporea è un parametro che necessita stabilità e il processo di termoregolazione è il suo più fedele alleato, almeno fino a quando adempie il suo dovere senza incepparsi. Caldo o freddo che sia, in determinate situazioni, la nostra macchina perfetta può avere bisogno di un aiuto “extra” per ristabilire la sua zona di comfort. Che ci troviamo al chiuso o all’aperto, quando si pratica esercizio fisico e ancor di più quando questo comporta un dispendio intenso di energie può capitare si verifichi un aumento sopra la norma della temperatura corporea, non gestibile attraverso la sola termoregolazione. Ancora, in presenza di condizioni meteorologiche di elevata umidità è molto più difficile per il nostro corpo rilasciare il calore verso l’esterno e quindi raffreddarsi può diventare un processo sempre più lungo e faticoso che destabilizza l’organismo impedendogli di concludere una prestazione ottimale, qualunque sia l’attività che sta svolgendo.
In questi casi, quando cioè il solo intervento fisiologico non è sufficiente a garantire l’equilibrio tra la produzione di calore e la sua viceversa dispersione, devono intervenire fattori esterni che aiutino il corpo a ritrovarlo. È importante prepararsi preventivamente e indossare capi tecnici sportivi che fungono da riserva qualora la sola termoregolazione non assolve l’obiettivo.
Ormai anche il settore di abbigliamento sportivo è saturo di linee tecniche capaci di agevolare la fuoriuscita del sudore quando si è accaldati o, per contro, di mantenerlo sotto forma di calore corporeo all’interno quando la temperatura ha bisogno di tornare ai suoi soliti 37°C; tuttavia molto spesso ad ingannarci nella scelta è la mancata conoscenza del funzionamento delle proprietà intrinseche del capo per quella pratica sportiva o la superficialità che ci induce a pensare che il fatto sia “tecnico” sia adatto in ogni situazione ambientale e fisiologica. Ad esempio è ormai uso comune confondere, mal interpretare o non curarsi delle differenze tra funzioni e usabilità di un capo di abbigliamento termico e di uno invece termoregolante. Se i nomi suonano simili, non lo sono altrettanto le proprietà e i benefici che da esse ne derivano quando si fa attività sportiva.
Quando si pratica esercizio fisico è molto importante utilizzare un abbigliamento consono, che permetta di ottenere dal proprio fisico le performance migliori. Se quindi sotto sforzo il processo di termoregolazione innescato dal nostro corpo non è in grado di rispondere da solo al fabbisogno di innalzamento o diminuzione della temperatura interna in modo da ripristinare quella più confortevole, i materiali tecnici che si è scelto di indossare intervengono grazie alle loro proprietà per aiutarlo, così da gestire la prestazione e tenerla sotto controllo per il tutto il tempo necessario a raggiungere l’obiettivo.
Nessuna delle fibre tecniche però interviene allo stesso modo: ognuna agisce diversamente sulle componenti fisiologiche bisognose e interessate dalla sollecitazione del movimento. Di conseguenza anche gli effetti generati sul corpo umano saranno inevitabilmente differenti.
È Novembre inoltrato e la stagione sciistica è alle porte, in alcuni comprensori addirittura il manto candido delle valli è già stato inaugurato e le prime piste battute all’imbrunire. Sono in molti a scegliere come base layer (intimo tecnico) da indossare sotto la tuta da sci un completo (maglia+leggings) termico a discapito di uno, ovviamente tecnico, ma termoregolante. Può anche trattarsi di una scelta soggettiva (non tutti abbiamo uguali necessità - non tutti ad esempio soffrono il freddo in ugual misura) ma in questo articolo scoprirai perchè è oggettivamente sbagliato preferire un capo termico a uno termoregolante solamente perchè la parola “termico” ci induce a pensare che solo lui e nessun altro che non porti come identificativo sulla targhetta “sono termico”, potrà davvero proteggerci dal freddo dell’alta quota, condizione base della riuscita di una buona stagione invernale.
È vero l’abbigliamento termico è noto a tutti per la sua capacità di creare uno strato di isolamento in situazioni fredde, ventose o umide, proteggendo e custodendo il calore tra il base layer e il nostro corpo. Al contrario uno strato di fibra sportiva termoregolante è in grado sia di mantenerlo nelle modalità sopra descritte che di espellerlo all’esterno attraverso le proprietà traspiranti. Se vogliamo quindi l’abbigliamento termoregolante è sì termico, quindi completo di ogni prerogativa indispensabile a conservare la temperatura corporea più idonea, ma lo stesso non può dirsi a parti invertite. Espellere il sudore infatti è importante tanto quanto preservarlo per evitare possibili irritazioni cutanee o l’insorgere di batteri e il solo fatto che lo sci si pratica in condizioni climatiche rigide non preclude al nostro corpo di sudare per l’affaticamento durante una discesa, anche se fa freddo.
Che un filato tecnico assolva ad ambedue le funzioni è fondamentale qualsiasi sia l’attività praticata, ovunque la si pratichi e relativo clima caldo/freddo. Ecco le principali differenze tra un tessuto termico e un tessuto termoregolante:
La routine giornaliera è un susseguirsi di attività che, più o meno puntuali, si ripresentano ogni giorno della settimana e scandiscono i ritmi del nostro movimento. Non ci riferiamo alla sola pratica di sport, molta dell’attività e dell’energia che dispendiamo quotidianamente se ne va con lavoro, casa, famiglia e tempo libero; indossare capi di abbigliamento dalle proprietà termoregolanti può generare beneficio fisico in ogni situazione, anche quando lo sforzo non è così sostenuto come in fase di allenamento/gara. Un processo evoluto di produzione/espulsione del calore/sudore infatti favorisce un corretto ricambio d’aria che previene l’insorgere di pruriti, irritazioni cutanee o addirittura, nei casi più grafi, di muffe e/o batteri capaci di mettere in più serio pericolo la salute dell’organismo.
La linea calze Eleven Seventyseven, forte delle nuove abitudini ed esigenze della vita di città, sempre più tecnologica, smart e veloce, combina infatti la componente artistica di texture, fantasie e lavorazioni del tessuto a quella più tecnologica della materia prima: dalle calze lunghe a quelle corte, dai fantasmini alle collant, fino alla gamma dei calzini sportswear, vige un solo imperativo, la fibra di Dryarn. Dryarn nasce e si conferma la fibra per lo sport d’eccellenza poiché altamente performante soprattutto quando, sotto sforzo e stress fisico, gli atleti si sottopongono a sudorazione abbondante e frequenti sbalzi di temperatura. Vediamo nel dettaglio come interviene Dryarn in presenza di queste condizioni e come, di conseguenza, si comportano le calze 1177:
Dryarn garantisce livelli altissimi di traspirabilità a differenza di molte altre fibre che invece limitano la corretta traspirazione del corpo o la consentono nel breve periodo. Quando il nostro corpo è impegnato nella normale routine quotidiana Dryarn gestisce il flusso di vapore della traspirazione in modo tale da non sbilanciare il sistema di termoregolazione e conservare la pelle asciutta. Durante uno sforzo fisico più importante invece, la fibra si attiva per raccogliere il sudore prodotto e trasferirlo dalla pelle, lungo la superficie delle fibra, fino all’esterno per rilasciarlo nell’ambiente in modo estremamente veloce ed efficace. Tra tutte le fibre quella di Dryarn ha la più bassa conduttività termica, proprietà che gli consente di isolare meglio dal clima esterno. In azione infatti la sua capacità di isolamento crea una barriera traspirante che, se da un lato è protettiva (isolante in ingresso) così da mantenere la pelle calda nei mesi invernali, dall’altro funge da veicolo del sudore verso l’esterno, assicurandoti una pelle sempre asciutta e oltremodo fresca nei mesi più caldi.
Della gamma Eleven Seventyseven al lavoro, più precisamente sotto l’abito o il tailleur, noi consigliamo una linea classica ed elegante, capace di una vestibilità asciutta, leggera al bisogno, e sempre confortevole. Consigliamo in questo caso di indossare la nostra Basic Business Collection, dall’anima classica e risoluta, pragmatica dentro e fuori realista. Da sempre onnipresente nelle famiglie di gambaletti Uomo-Donna Bicolor Blocks, Pinstripes Pop, Pinstripes Light e Pixel Falls.
Per il tempo libero o routine che ci concedono il lusso di un abbigliamento informale sono ideali le texture e le lavorazioni della linea 1177 Design Seasonal, le collezioni stagionali Autunno-Inverno e Primavera-Estate che seguono i ritmi e le voglie della più grande delle designer, la moda, e uniscono all’estetica una componente tecnica che assicura il massimo comfort e la praticità di un capo in tessuto performance: leggero, resistente, traspirante e termoregolante ad ogni ora della giornata, anche dopo svariate ore di utilizzo.
Quando è il momento di allenarsi e il corpo si espone notevolmente alla fatica del movimento, indossa dell’intimo tecnico che lo sostenga, lo difenda, lo assecondi e gli dia sollievo quando sotto sforzo, così che niente e nessuno ostacoli l’obiettivo della performance. Le calze in spugna della linea Active sono l’alleato perfetto ad ogni livello di preparazione e per ogni tipologia di sport: grazie alla soletta in spugna traspirante e alla punta rinforzata che giocano un ruolo decisivo nel bilanciamento del comfort e all’orientamento del piede right-left sostenuto da una banda anti-torsione capace di stabilizzare il piede, impedendone i movimenti bruschi o improvvisi che causano lievi o pesanti distorsioni, le calze sportive 1177 consentono una maggiore aderenza all’involucro della scarpa; questo garantisce una performance sicura/ottimale se in gara/allenamento o totale riposo se utilizzate nel tempo libero.
We #walkforward
Il vostro sfaff Eleven Seventyseven